Gubbio – Teramo = 1 – 1 – tra treppuntisti e selfisti della A…
La pellaccia è stata portata a casa anche questa volta… il punticino è stato faticosamente conquistato in casa di una diretta concorrente. Non è cosa da poco. Il Gubbio senza Marchi e Casiraghi diventa improvvisamente al nostro livello, forse mezzo gradino sotto… ma quanto basta per non perdere.
L’inizio non è stato dei migliori.
In una condizione climatica a dir poco avversa, dove in soli 95 minuti abbiamo attraversato due tempeste tropicali e le quattro stagioni, al primo vero affondo convinto degli avversari becchiamo gol “grazie” a una colossale dormita dell’intero reparto difensivo, clamorosamente in ritardo nella copertura su palla inattiva.
Colpa di questo o di quell’altro giocatore rimane un semplice dettaglio… niente di nuovo all’orizzonte… gli atavici problemi continuano a penalizzarci a dismisura.
Andiamo avanti. Tutti sappiamo di doverci salvare e quando ti devi salvare non puoi certo pretendere di avere a disposizione il “Dream Team”.
Di positivo c’è stata la bella reazione…veemente nei limiti delle nostre possibilità… sufficiente comunque per raggiungere il pareggio quasi subito. Il gol di Graziano (che si conferma in costante crescita) arriva come una benedizione divina e allevia la sofferenza dei 200 diavoli al seguito che già intravedevano il “Monte Calvario” a pochi metri di distanza…
Senza voler peccare di presunzione, in uno slancio di sana follia, avevamo anche avuto la sensazione di poter affondare il colpo decisivo. La “zampata” di un rapace d’area che non esiste e che avrebbe regalato la definitiva salvezza e una Pasqua di resurrezione vera agli eroi al seguito.
Quell’ esercito di innamorati cronici, probabilmente gli ultimi romantici di un popolo di “treppuntisti©”, che venderà cara la pelle fino alla fine… a difesa di una categoria, di una maglia e dell’onore sportivo di una intera città.
Oggi era decisiva e serviva una risposta forte anche dalla tifoseria.
Al netto dei sempre presenti, a volte impossibilitati per questioni di salute, di lavoro, di clero o per altre cause di forza maggiore i 200 potevano e DOVEVANO essere molti di più.
Ma in tanti… alla perdurante assenza di una squadra che regali vittorie, gol e spettacolo… ovvero la benzina che ha alimentato la loro (effimera) passione per i nostri colori… rispondono con sanguinose assenze… anche nei momenti decisivi.
Senza considerare i tantissimi del “solo in casa”
per i quali anche recarsi al Bonolis è da considerarsi una mezza “trasferta” con la libera concessione di San Benedetto da loro considerata come “trasvolata oceanica” al seguito del Teramo… puntiamo il dito sui vergognosi “selfisti” della SERIE A.
Quelli che negli ultimi sette anni, quando il Teramo era quello dei loro sogni, si sono distinti per maglie regalate, presenze costanti e bizzarri FAN CLUB su FaceBook dell’amico calciatore… oggi hanno miseramente abbandonato il “carro” sul quale, tempestivamente saliti, avevano conquistato l’agognato posto in prima fila.
Oggi il Teramo non merita più la loro attenzione… non merita più chilometri e sacrifici. Oggi il loro sguardo è tutto per le “grandi”, quelle che a centinaia chilometri di distanza regalano gol, vittorie ed emozioni “vere”. Il Teramo, nella loro distorta concezione di “fede” può attendere…i tempi belli torneranno e loro imperterriti riconquisteranno lo scranno riservato ai “supertifosi”…
Domenica contro il Renate per chi non se ne fosse accorto ci giocheremo veramente una grande fetta di salvezza. La vittoria è condizione imprescindibile. Va conquistata con tutti i mezzi a disposizione. La città DEVE RISPONDERE. Troppo importante questa categoria per il nostro futuro.
TUTTI AL BONOLIS… E ANCHE IN ASSETTO DA GUERRA
FORZA MAGICO TERAMO
FORZA VECCHIO CUORE BIANCOROSSO